Grandine e vento sulla Valpolicella, il Consorzio: “5-6 milioni di euro di danni”

Christian Marchesini a WineMag.it: “Colpito il 3-5% dei vigneti, poteva essere il disastro più totale “

Nel disastro, un sorriso a mezza bocca per i viticoltori della Valpolicella. Il nubifragio di ieri pomeriggio poteva infatti causare conseguenze ancora più devastanti. “L’epicentro della tempesta di grandine e vento, o meglio la sua ‘supercella‘, come la chiamano tecnicamente i meteorologi – commenta a WineMag.it Christian Marchesini, fresco di nomina alla presidenza del Consorzio Tutela Vini Valpolicella – era collocato sul centro di Verona. Se fosse stato sui vigneti, oggi staremmo parlando del disastro più totale“.

I danni ammonterebbero a 5-6 milioni di euro, solo sul fronte delle aziende vitivinicole colpite. Secondo le prime stime degli agronomi del Consorzio, all’opera sin da ieri assieme a quelli di Regione Veneto, la superficie danneggiata sarebbe piuttosto limitata. “Si parla di 300, massimo 400 ettari – precisa Marchesini – dunque dal 3 al 5% dei vigneti a Denominazione“.

Va detto però che, dove grandine e vento hanno colpito, come nel Comune di San Pietro in Cariano, hanno fatto danni davvero ingenti, cancellando dal 70 al 100% della produzione“.

Già definita la tabella di marcia delle prossime ore. “I nostri tecnici – spiega il presidente Marchesini (nella foto)- stanno individuando e delimitando le aree colpite, alle quali sarà assegnata una resa ad hoc: 0, 10, o 50, valuteremo. Procederemo poi alla richiesta dello stato di calamità, nella speranza che i produttori danneggiati da questa terribile ondata di vento e grandine siano assicurati”.

Nel frattempo, sempre secondo il numero uno del Consorzio Tutela Vini della Valpolicella, “la Denominazione ha reagito bene nei primi mesi del 2020, segnato dalla stangata del Covid-19“.

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“Continuano gli imbottigliamenti – riferisce Marchesini a WineMag.it – con cali non superiori al 7-8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Quello che abbiamo perso davvero dall’inizio dell’anno è la ‘biodiversità’ della Denominazione, intendendo con questo termine i numerosi piccoli produttori della Valpolicella”.

Con l’avvento del Covid-19 le vendite si sono concentrate soprattutto sulla Grande distribuzione organizzata, essendo l’Horeca chiusa. Ma tra le oltre 300 aziende della Valpolicella, sono solo una trentina quelle capaci di tenere il ritmo della Gdo”.

“Per questo – annuncia Marchesini a WineMag.it – stiamo cercando di preservare la ‘biodiversità’ assicurata dai piccoli produttori, invitando i maggiori player della Valpolicella ad acquistare da loro lo sfuso“. Una soluzione volta anche ad evitare le svendite di vini della Valpolicella nei supermercati, sulla scia dell’ultimo appello dell’ex presidente del Consorzio, Andrea Sartori.

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